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Focus



Istruzioni da osservare



Aderire alla terapia
La compliance, cioè il grado di aderenza al trattamento da parte dei pazienti, è un parametro che influenza notevolmente l'esito della terapia. Infatti, in alcuni casi, i soggetti decidono autonomamente di variare la posologia o sospendere l'impiego di uno specifico farmaco senza consultare il medico, a causa della comparsa di eventi avversi o di fattori correlati all'assunzione stessa del farmaco, come il tipo di compressa, le modalità e la tempistica con cui deve essere assunta. Questo può indurre una variazione nella risposta alla terapia e aggravare il decorso della patologia, sopratutto se si tratta di malattie complesse, come la leucemia mieloide cronica, che necessitano di una terapia a lungo termine.

I fattori implicati
Generalmente, la compliance più scarsa si osserva nel caso di prescrizioni non farmacologiche, ma riguardanti modifiche dello stile di vita, in quanto i soggetti che dovrebbero attuarle reputano che i benefici ottenibili in questo modo non valgano la pena di compiere alcuno sforzo. 
Sicuramente più elevata è l'aderenza alla terapia quando si tratta di vere e proprie prescrizioni farmacologiche, anche se una certa discontinuità è stata osservata nel caso di trattamenti cronici o, comunque, protratti per lunghi periodi di tempo.
Oltre alla dimenticanza, che spesso riflette una difficoltà nell'accettare la malattia, i fattori che influenzano la mancata adesione alla terapia possono essere sia legati al paziente, sia al farmaco. Tra questi ultimi vanno inclusi: gli effetti indesiderati, la complessità del regime terapeutico (somministrazione frequente di farmaci diversi), l'eventuale sapore sgradevole della compressa e le indicazioni eccessivamente restrittive, come l'eliminazione totale dalla dieta di alcuni cibi o delle bevande alcoliche, o l'assunzione del farmaco a digiuno.
Senza la preziosa collaborazione del paziente, quindi, anche il miglior piano terapeutico è destinato a non garantire un risultato ottimale.

In caso di LMC
Nel trattamento dei soggetti affetti da leucemia mieloide cronica notevoli progressi sono stati compiuti con l'avvento della biologia molecolare e con la conseguente disponibilità sul mercato di nuovi farmaci intelligenti, come gli inibitori della tirosinchinasi, in grado di bloccare selettivamente l'attività della proteina anomala BCR-ABL, implicata nel meccanismo di insorgenza della malattia.
Malgrado gli ottimi risultati ottenuti con imatinib, il farmaco capostipite di questa classe, per superare i problemi correlati all'insorgenza di resistenze o intolleranze al trattamento, che favorivano una scarsa adesione alla terapia, sono stati sviluppati inibitori tirosinchinasici di seconda generazione, tra cui il dasatinib. Questo composto, oltre all'elevata efficacia dimostrata in alcuni studi clinici, presenta alcune caratteristiche che favoriscono la compliance al trattamento.
Infatti, nei pazienti in cui la leucemia mieloide è in fase cronica la terapia iniziale con dasatinib prevede che il farmaco sia assunto per via orale una sola volta al giorno, al mattino o alla sera, indipendentemente dalla vicinanza dei pasti. Il paziente può, dunque, scegliere la modalità che preferisce, purchè venga rispettata la periodicità. In questo modo si riducono anche le possibili motivazioni che potrebbero indurre i soggetti a una discontinuità della terapia. Tuttavia, in base alla risposta mostrata da ogni paziente, il medico può ritenere opportuno compiere una modifica della posologia al fine di ottenere una risposta ematologica o citogenetica completa. Inoltre, il dosaggio può variare in base alla fase della malattia, infatti quando il decorso della leucemia raggiunge la fase accelerata o blastica, le indicazioni suggeriscono l'assunzione di due compresse al giorno.
Come accade sempre, anche i TK-inibitori possono indurre alcuni effetti collaterali, in genere di lieve entità, la cui comparsa può essere ipotizzata dal medico che, proprio informando correttamente i pazienti riguardo alle ragioni e al rapporto rischio/beneficio della terapia, aiuta ad assicurare l'adesione al regime terapeutico.


Bibliografia

  • Dasatinib - RCP

  • The Merck Manual, eighteenth edition.
    Springer

  • AIFA - Ministero della Salute.
    Bollettino d'informazione sui farmaci.
    Anno XII N. 5-6, 2005

  • Quintas-Cardama A et al.
    Dasatinib (BMS-354825) is active in Philadelphia chromosome-positive chronic myelogenous leukemia after imatinib and nilotinib (AMN107) therapy failure.
    Blood. 2007 Jan 15;109(2):497-9

Ultimo aggiornamento: Luglio 2008



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