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Focus



Gestione degli effetti collaterali



Le terapie molecolari mirate hanno rivoluzionato il trattamento della leucemia mieloide cronica (LMC). Questi farmaci sono generalmente ben tollerati, tuttavia - come ogni altro farmaco - anch'essi possono causare l'insorgenza di effetti collaterali. Queste reazioni indesiderate devono essere riconosciute e gestite in maniera adeguata per continuare a trarre il massimo beneficio dal trattamento. I più frequenti effetti collaterali degli inibitori delle tirosinchinasi sono la mielosoppressione (riduzione della funzionalità del midollo osseo), la ritenzione di liquidi, le eruzioni cutanee, i disturbi gastrointestinali e alcune manifestazioni meno specifiche quali debolezza, affaticabilità, mal di testa, dolori ossei e articolari e alterazioni degli esami di laboratorio.

Affrontare adeguatamente i sintomi
La perdita di efficienza del midollo osseo ha tra i suoi effetti la neutropenia (riduzione dei neutrofili), la piastrinopenia (riduzione delle piastrine) e l'anemia (riduzione dell'emoglobina), a loro volta responsabili rispettivamente di una maggiore tendenza alle infezioni, di una maggiore tendenza a sanguinamenti/emorragie e della comparsa di pallore, debolezza, tachicardia, affanno, affaticabilità, ecc. Questi effetti della mielosoppressione, che possono essere sospettati su base clinica e confermati mediante un emocromo, vengono controllati efficacemente riducendo il dosaggio della terapia, sospendendola temporaneamente finchè il midollo non ha recuperato la sua funzionalità e/o somministrando al paziente appositi fattori di crescita. Talvolta può essere necessario ricorrere a emoconcentrati o trasfusioni di sangue, ma solo di rado si deve interrompere in via definitiva la terapia antitumorale.
La ritenzione di liquidi nell'organismo può manifestarsi a diversi livelli: versamento pleurico (con possibile tosse secca, senso di costrizione al torace, eventuale difficoltà respiratoria), edemi periferici (gonfiore alle caviglie e alle gambe), gonfiore palpebrale o, assai più raramente, versamento pericardico, edema polmonare, ascite (accumulo di liquidi nell'addome) o edemi generalizzati. Queste condizioni sono identificabili o sospettabili con l'anamnesi e l'esame obiettivo, eventualmente coadiuvati da indagini strumentali appropriate (radiografia del torace, ecografia addominale, ECG, ecocardiografia, ecc.). Il loro trattamento consiste nella sospensione temporanea della terapia antineoplastica, unita se necessario alla somministrazione di diuretici associati o meno a corticosteroidi. Quando la ritenzione idrica si è risolta, si potrà decidere se - e con quali modalità - ridurre il dosaggio del farmaco alla ripresa della terapia.
Le eruzioni cutanee hanno un aspetto che ricorda quello dell'acne e si presentano con arrossamento, papule (rilevatezze dure) e pustole (rilevatezze che contengono pus). Per ridurne al minimo l'insorgenza è importante mantenere sempre ben idratata la cute, proteggersi dall'esposizione diretta alla luce solare ed evitare i fattori che inaridiscono o irritano la pelle. Se l'eruzione è di entità lieve o moderata si può trattare con prodotti anti-acne locali, con antistaminici per il prurito e/o con antibiotici per le eventuali infezioni batteriche sovrapposte. Se invece la sua gravità è maggiore, si può ricorrere ai corticosteroidi orali, agli antibiotici a dosi più elevate e, se necessario, alla riduzione di dosaggio o alla sospensione temporanea della terapia antitumorale.
Le manifestazioni gastrointestinali (principalmente diarrea, nausea e vomito) vengono gestite con la somministrazione di antiemetici e antidiarroici, abitualmente senza necessità di ridurre la terapia specifica per la LMC. È opportuno tenere sotto controllo l'equilibrio idrico ed elettrolitico, poichè il paziente può andare incontro a perdite notevoli. In caso di sintomatologia più grave, può essere indicato ridurre o sospendere momentaneamente la terapia molecolare.


Una preziosa alleanza con il paziente
Quali che siano gli eventuali effetti collaterali del trattamento, per gestirli in maniera efficace è fondamentale la collaborazione del paziente. Tutti coloro che assumono inibitori delle tirosinchinasi (farmaci orali generalmente ben tollerati, che potrebbero indurre più di altri a una gestione "fai da te" del regime terapeutico) devono aderire scrupolosamente alle prescrizioni mediche e segnalare con la massima tempestività ogni reazione inattesa o indesiderata. La comparsa di una o più delle manifestazioni sopra elencate, o di altri sintomi ancora meno frequenti, deve rappresentare un campanello d'allarme e spingere il paziente a contattare il medico, che adotterà i provvedimenti del caso. Solo così sarà possibile ottimizzare nel tempo i vantaggi della terapia.

Bibliografia

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Ultimo aggiornamento: Novembre 2009



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