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La relazione medico - paziente nella leucemia mieoloide cronica



Il rapporto medico paziente è quella particolare relazione che si instaura tra un medico o, per meglio dire un professionista sanitario, e un paziente. Questa relazione ha inizio dalla stato di malattia di quest'ultimo e comprende diritti e doveri sia morali che giuridici. E' solitamente un rapporto asimmetrico, in quanto, oltre a svolgersi in un contesto sanitario estraneo al paziente, dipende principalmente dalla competenza e dal potere del medico da cui può originare vulnerabilità.

Questo rapporto diventa fondamentale nell'ambito di malattie croniche, dove l'informazione della patologia e la decisione terapeutica dipendono dal medico, mentre la gestione della cura è affidata al paziente stesso. La relazione si basa principalmente sulla Fiducia reciproca, che a sua volta deriva quasi esclusivamente dalla capacità comunicativa dei due soggetti.

Nel particolare contesto di una malattia neoplastica ad andamento cronico, come la Leucemia Mieloide Cronica, in cui la maggioranza dei soggetti affetti ha una buona qualità di vita e una normale dimensione sociale, l'alleanza tra il curante ed il paziente diventa fondamentale per il successo terapeutico a lungo termine.

Ci sono tre fasi, nell'ambito della Leucemia Mieloide Cronica, in cui la relazione tra il medico ed il paziente è davvero cruciale per garantire la stabilità dell'alleanza: la comunicazione della diagnosi, la gestione degli eventuali effetti collaterali derivanti dalla terapia, il cambio di strategia terapeutica nel caso di risposta inadeguata al trattamento.

Il momento più delicato è senza dubbio la comunicazione della diagnosi, in cui le parole del medico vanno a creare una frattura nella dimensione di vita del soggetto affetto, da cui scaturirà in breve tempo una tempesta emotiva costituita da realizzazione, elaborazione, accettazione, e consapevolezza della malattia da parte del soggetto colpito.

Da parte del medico invece nello stesso momento c'è si la brutalità della comunicazione della diagnosi ma anche la presentazione dell'inizio di un percorso terapeutico che verrà effettuato insieme al paziente e che, fin dall'inizio, prevedendo varie tappe, preclude ad un obiettivo comune, che è il successo terapeutico.

La comunicazione della diagnosi deve presentare al paziente le caratteristiche della patologia, le possibili evoluzioni della stessa e le soluzioni che esistono per la sua cura. Allo stesso tempo deve essere illustrato il percorso terapeutico nella sua interezza, i possibili effetti collaterali che derivano dai farmaci utilizzati e le eventuali soluzioni qualora si verificassero problemi durante il corso del trattamento sia in termini di tossicità che di efficacia. Nello stesso contesto il medico deve informare il paziente dell'importanza dell'assunzione cronica del farmaco da cui dipende il successo della terapia e la valutazione del monitoraggio dell'efficacia terapeutica.

Il successivo importante momento di questa relazione si colloca nella gestione di effetti collaterali che interferiscono nella qualità di vita del soggetto e che provocano nello stesso sconforto e perdita di fiducia nel futuro. La comunicazione da parte di entrambi, insieme alla disponibilità all'ascolto e alla elaborazione delle notizie apprese da parte del curante sono fondamentali per trovare soluzioni adeguate per migliorare lo stato di salute del paziente ottimizzando comunque l'efficacia del trattamento. La delicatezza in questa fase è la corretta considerazione degli effetti collaterali presentati dal paziente e la loro valutazione da parte del medico. Infatti una esagerata interpretazione degli effetti "tossici" potrebbe condurre ad un cambio di strategia terapeutica precoce e, viceversa, una leggerezza nella loro considerazione potrebbe condurre il paziente ad una "auto-riduzione" della terapia che potrebbe riflettersi in una mancanza di efficacia terapeutica.

Il momento in cui il medico decide di cambiare farmaco per inefficacia o per intolleranza è altrettanto una fase di destabilizzazione del rapporto, in cui più che mai è necessario confermare la Fiducia e la credibilità nelle azioni proposte. Le informazioni esaustive fornite dal professionista sanitario in questo momento sono estremamente importanti e devono necessariamente essere condivise dal paziente affinchè questo sia motivato nel raggiungimento dell'obiettivo.

Nella Leucemia Mieloide Cronica il rapporto medico paziente diventa estremamente gratificante nel lungo termine quando, condividendo e mantenendo il risultato ottimale ottenuto prende forza ad ogni incontro riflettendo l'emotività degli anni trascorsi.

Il successo del rapporto medico paziente nella Leucemia Mieloide Cronica è un fenomeno piuttosto nuovo e rende il medico realizzato quando alla domanda al paziente: "se dovessi illustrare la tua malattia in una parola che cosa diresti?". La risposta fornita è: "....Normalità. A ricordarmela c'è solo la medicina "


Testo a cura della dottoressa Gozzini Antonella

Pubblicato il 13 Dicembre 2012.


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