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Schede di counselling



LMC e supporto psicologico



L'importanza del supporto psicologico per chi è affetto da LMC
Chi è affetto da leucemia mieloide cronica (LMC) si trova ad affrontare una situazione psicologica difficile, legata sia alla diagnosi di malattia tumorale, sia alla consapevolezza di dover affrontare un trattamento per un tempo potenzialmente indefinito. Ne possono conseguire stati di ansia, incertezza o depressione, sintomi comuni a chi è affetto da altre gravi patologie ma spesso più subdoli e meno riconosciuti dal paziente con leucemia mieloide cronica e da chi lo circonda. La leucemia mieloide cronica nella fase cronica non induce una sintomatologia evidente, e molti pazienti conducono una vita sostanzialmente normale, fattori che possono indurre a una sottovalutazione dei problemi psicologici legati alla malattia e al suo trattamento. Eppure, la consapevolezza di essere affetti da una malattia tumorale e l'incertezza del futuro, oltre a poter indurre alterazioni evidenti del tono dell'umore, hanno riflessi profondi sulla psiche, innescando paure legate alla malattia e alla morte, meccanismi di regressione e fantasie persecutorie. Sulla base delle caratteristiche individuali, ogni paziente reagirà alla diversa condizione di salute con meccanismi adattativi differenti, che vanno dalla rassegnazione, alla negazione, alla volontà di combattere, ma che avranno sempre ripercussioni importanti sul comportamento individuale e sociale e sulla qualità della vita.
È importante quindi per chi è affetto da leucemia mieloide cronica, ma anche per il medico curante e per i familiari, non sottovalutare l'impatto dei cambiamenti psicologici che accompagnano la malattia e prestare la massima attenzione a eventuali sintomi, anche lievi, di sofferenza. Oltre che sulla qualità della vita generale del paziente, studi clinici dimostrano come questi possano influire sull'aderenza al trattamento e anche sulla prognosi della malattia.

Come affrontare il disagio psicologico?
Tutte le forme di supporto psicosociale, brevi o a lungo termine, individuali o di gruppo, farmacologiche o psicoterapeutiche, possono essere di utilità per il benessere psicologico di chi è affetto da leucemia mieloide cronica. Il grado di sofferenza emozionale e le caratteristiche del singolo paziente devono guidare la scelta dell'intensità e dal tipo di intervento necessario.

  • La prima e più facilmente utilizzabile fonte di supporto per chi è affetto da leucemia mieloide cronica è costituita dalla cerchia di familiari e amici. Tale supporto non deve essere sottovalutato, anche per contrastare la sensazione di solitudine di fronte a un problema troppo grosso per essere affrontato. Ogni sforzo dovrebbe essere fatto per condividere dubbi, angosce o fantasie sulla propria malattia, anche se ciò non è facile e si scontra con la volontà di mantenere un atteggiamento "forte" e non aggravare la sofferenza dei familiari.
  • Essenziale è il ruolo del medico curante, che deve innanzitutto fornire tutte le informazioni al paziente sulla propria malattia e sul trattamento, per aiutarlo a ridurre le fantasie e le ansie che derivano dal non sapere quello cui si va incontro. Inoltre, è importante per il medico mantenere un frequente e aperto dialogo con il paziente, che gli consenta di individuare precocemente sintomi di disagio psicologico e, se necessario, indirizzare verso un trattamento specifico.
  • Molti Centri per il trattamento delle malattie ematologiche prevedono servizi di supporto psicosociale, che lavorano in stretta collaborazione con il medico e comprendono un team multidisciplinare in grado di farsi carico del benessere psicosociale dei pazienti. Oltre a informarsi sulla possibilità di accedere a servizi di questo tipo, può essere utile anche venire in contatto con le numerose associazioni di pazienti esistenti, che offrono supporto ai malati e alle loro famiglie.
  • Quando necessario, e su indicazione del medico, è possibile ricorrere a interventi di tipo farmacologico, utilizzando uno dei numerosi farmaci ad azione antidepressiva o ansiolitica disponibili. La scelta verrà fatta dal medico sulla base dei sintomi presenti, degli eventi avversi associati al farmaco e delle eventuali interazioni con la terapia con inibitori delle tirosin-chinasi.
  • Diversi tipi di psicoterapia o di terapia di supporto possono aiutare a contrastare il disagio psicologico, dai gruppi di pazienti, alle terapie comportamentali brevi, agli approcci di tipo psicoanalitico. Il tipo di terapia va individuato, sulla base delle preferenze e delle caratteristiche individuali del paziente, con l'aiuto del medico e degli psicologi presenti in molte strutture.
  • Infine, per i pazienti che hanno una fede religiosa, non va sottovalutato l'aiuto di sacerdoti e pastori del proprio credo. Inserendo l'esperienza della malattia in un contesto più ampio di significato della vita, essi possono aiutare a promuovere la speranza e a raggiungere uno stato di maggiore serenità e forza.

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