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LMC: qualità di vita più a rischio nei pazienti giovani



Oggi, la leucemia mieloide cronica (LMC) è una patologia che può essere tenuta sotto controllo efficacemente per molti anni, analogamente a quanto avviene per altre malattie croniche come il diabete o l'osteoporosi. L'assunzione della terapia basata sugli inibitori delle tirosinkinasi (di prima generazione - imatinib e di seconda generazione - dasatinib e nilotinib), indispensabile per ottenere questo straordinario risultato clinico, si associa a possibili effetti collaterali, variabili da paziente a paziente per tipologia e intensità. Un recente studio condotto dal Gruppo Italiano per le Malattie Ematologiche dell'Adulto (GIMEA) ha cercato di precisare l'impatto della malattia e dei trattamenti necessari per contrastarla sul benessere psicofisico dei pazienti, sulla possibilità di svolgere le attività abituali e di mantenere rapporti interpersonali soddisfacenti. I ricercatori hanno somministrato a 448 pazienti adulti (età media 57 anni), affetti da LMC da circa 5 anni (in un intervallo variabile da tre a nove) e in terapia con imatinib un questionario relativo alla qualità di vita correlata alla malattia composto da 36 punti (SF-36). Le domande facevano riferimento a otto aspetti dello stato di salute soggettivo: attività fisica (10 quesiti); limitazioni di ruolo dovute alla salute fisica (4 quesiti); limitazioni di ruolo dovute allo stato emotivo (3 quesiti); dolore fisico (2 quesiti); percezione dello stato di salute generale (5 quesiti); vitalità (4 quesiti); attività sociali (2 quesiti); benessere mentale (5 quesiti); cambiamenti nello stato di salute (un quesito). Confrontando i punteggi ottenuti dai pazienti con quelli medi della popolazione generale sana, è emerso che la presenza di LMC, pur controllata dai trattamenti, si associa a una significativa riduzione della qualità di vita globale. L'effetto negativo è apparso particolarmente marcato nelle donne e nei pazienti più giovani (età compresa tra 18 e 39 anni) sia sul piano fisico (-22,6 punti) sia su quello emotivo (-22,3 punti). Mentre negli over60 non sono state riscontrate differenze di qualità di vita importanti rispetto ai coetanei non leucemici. In tutti i pazienti considerati il principale effetto collaterale dei trattamenti riportato come disturbante in termini di benessere generale è risultato essere la fatigue.

Fonte: Efficace F et al. Health-related quality of life in chronic myeloid leukemia patients receiving long-term therapy with imatinib compared with the general population. Blood, 2011;118(17):4554-60 (http://bloodjournal.hematologylibrary.org/content/118/17/4554.long)



Pubblicata il 19 Aprile 2012


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