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Terapia anti-LMC efficace anche nei pazienti sieropositivi
Quando è presente da sola, la leucemia mieloide cronica (LMC) è una malattia ben controllabile per molti anni grazie alla disponibilità di farmaci sicuri ed efficaci come imatinib e gli inibitori delle tirosinchinasi di seconda generazione (TKI). Ma che cosa succede quando a sviluppare LMC è una persona che presenta anche altre malattie che interferiscono negativamente con la funzionalità del sistema immunitario e che per essere trattate richiedono terapie specifiche potenzialmente incompatibili con l'azione dei farmaci antileucemici? Un gruppo di ricercatori dell'Universitas Academic Hospital di Bloemfontein (Sud Africa) se lo è chiesto nello specifico dei pazienti affetti contemporaneamente da LMC e immunodeficienza acquisita (infezione da HIV): una situazione abbastanza rara nei Paesi occidentali, ma non trascurabile nel continente africano dove la diffusione dell'infezione da HIV è estremamente elevata, al punto da rappresentare uno dei principali problemi di salute pubblica. Analizzando il decorso clinico di dieci pazienti (principalmente donne) in trattamento con TKI e (nella metà dei casi) anche con terapia antiretrovirale si è visto che, nonostante alcune prevedibili problematiche aggiuntive rispetto a pazienti non HIV-positivi, entrambe le malattie potevano essere efficacemente tenute sotto controllo con questa combinazione farmacologica. Il vero rischio ai fini dell'outcome clinico è risultata essere l'aderenza alla terapia: elemento notoriamente indispensabile per trarre effettivi benefici dai TKI, così come dai farmaci antiretrovirali, e particolarmente difficile da ottenere nei Paesi in via di sviluppo, dove alla scarsa consapevolezza dei pazienti si aggiungono difficoltà logistiche ed economiche nell'accedere a strutture ospedaliere attrezzate e a farmaci innovativi.
Fonte: Webb MJ et al. Int J Hematol, 2012; 95(5):556-63.
Pubblicata il 20 Giugno 2012.