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LMC e alimentazione



Il ruolo della dieta nella prevenzione e nella cura dei tumori è stato estesamente indagato negli ultimi decenni, arrivando in alcuni casi a individuare una correlazione significativa tra specifiche categorie di alimenti o abitudini nutrizionali. Per il tumore del seno e del colon retto, per esempio, è risultata protettiva una dieta basata principalmente su alimenti di origine vegetale, come frutta e verdura (soprattutto nelle varietà più ricche di composti antiossidanti), cereali, legumi, olio di oliva e alcune spezie (come la curcuma), mentre un elevato apporto di cibi di origine animale, come carne rossa e latticini grassi (burro, panna ecc.), e l'eccesso di zuccheri semplici sembrano avere un'azione almeno in parte promuovente. Per altre neoplasie, come la leucemia mieloide cronica (LMC) o altri tumori del sangue, la relazione tra malattia e dieta è molto meno evidente. Ciò non toglie che seguire un'alimentazione sana sia fondamentale per assicurare all'organismo il massimo livello di benessere in tutte le fasi della malattia e porlo nelle migliori condizioni per affrontare i trattamenti necessari per tenere sotto controllo la LMC. Che cosa mangiare? Come regola generale, seguire le indicazioni della dieta mediterranea (corrispondenti a quelle sopra citate) è la scelta ideale, ricordando di variare spesso e mantenere un apporto nutrizionale qualitativamente bilanciato e quantitativamente sufficiente anche se l'appetito è scarso. Durante la terapia con inibitori della tirosinchinasi (TKI) di prima o seconda generazione o altre terapie antitumorali, riuscire ad alimentarsi in modo adeguato può non essere semplice poichè i farmaci possono indurre nausea o vomito oppure favorire l'insorgenza di disturbi digestivi o gastroenterici. Per cercare di ovviare a questo inconveniente è importante scegliere cibi nutrienti, ma facilmente digeribili, e consumarli lentamente, in un luogo tranquillo. Nel primo periodo di trattamento, può essere utile anche tenere una sorta di "diario alimentare" per individuare i cibi meglio tollerati (quindi, da preferire) e quelli che causano fastidi più significativi (dunque, tendenzialmente da evitare). Se è presente nausea, in genere, è preferibile optare per alimenti "asciutti" e "neutri" (come pane, biscotti secchi, cracker, riso, patate, pasta condita in modo semplice), evitando invece, per esempio, la frutta acida, i pomodori, i latticini e i piatti elaborati. Un altro accorgimento utile è assumere i TKI in corrispondenza dei pasti principali perchè la presenza del cibo ne migliora la tollerabilità gastrica. Tuttavia, prima di seguire questo consiglio, bisogna chiedere al medico se lo specifico TKI che si sta utilizzando richiede o meno un'assunzione a stomaco vuoto. Anche quel che si beve ha, poi, la sua importanza, non soltanto sul fronte della qualità (in generale, i farmaci non vanno assunti insieme a bevande alcoliche), ma anche su quello della quantità. Se come effetto collaterale delle terapie insorge diarrea, si dovrà bere molto per reintegrare i liquidi persi. Al contrario, se i farmaci portano a sviluppare edemi periferici si dovrà cercare di limitare l'assunzione di liquidi. Anche in questi casi, però, meglio evitare di decidere spontaneamente la strategia da seguire e chiedere al medico qual è il comportamento più vantaggioso da seguire.

Fonte: Istituto Nazionale Tumori Milano (http://www.istitutotumori.mi.it/istituto/cittadino/cascinarosa_doc.asp?tipo=divulgativi#divulgativi)



Pubblicata il 19 ottobre 2012.


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