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Metabolismo osseo a rischio nei bambini con LMC in terapia con imatinib



Ricevere una diagnosi di leucemia mieloide cronica (LMC) non è certo un fatto gradevole per nessuno, in nessun momento della vita. Tuttavia, se la malattia compare in età adulta, dopo i 50-60 anni, per la maggioranza dei pazienti oggi esiste una concreta possibilità di poter convivere in modo relativamente sereno con la malattia per molti anni, grazie all'assunzione regolare di terapie efficaci come imatinib e gli inibitori delle tirosinchinasi (TKI) di seconda generazione. Quando la LMC insorge nell'infanzia, il trattamento con TKI rimane un'importante opzione terapeutica, ma possono intervenire alcune problematiche specifiche legate alla giovane età del paziente (quindi al più esteso periodo d'assunzione dei farmaci virtualmente necessario) e alla possibile interferenza dei composti antitumorali sul processo di crescita. In questo contesto, una specifica preoccupazione emersa negli ultimi anni ha riguardato il possibile effetto dannoso di imatinib sul metabolismo osseo e la conseguente possibile alterazione dello sviluppo scheletrico. Un recente studio condotto presso L'Università di Dresda (Germania) ha confermato che si tratta di un timore fondato. Esaminando i livelli dei principali fattori coinvolti nella regolazione del processo coordinato di riassorbimento e sintesi di nuovo osso (fondamentale per permettere la crescita e il mantenimento di ossa sane) in 17 bambini e adolescenti di età compresa tra 4 e 17 anni affetti da LMC, i ricercatori tedeschi hanno constatato che il trattamento con imatinib per due anni e mezzo si associava alla comparsa di iperparatiroidismo in otto casi (ossia in oltre il 50% dei bambini) e a bassi livelli di vitamina D3 in ben 15, mentre i livelli dell'osteocalcina erano aumentati nel 58% del campione. A queste variazioni critiche per la salute dell'osso, si aggiungevano quelle in altri parametri coinvolti nel metabolismo del collagene e nel processo di ossificazione, altrettanto sfavorevoli. Posto che il trattamento della LMC resta comunque prioritario e irrinunciabile, qualora l'opzione di cura preferibile sia comunque imatinib, i ricercatori raccomandano di monitorare attentamente i parametri fondamentali del metabolismo osseo nei piccoli pazienti, intervenendo precocemente per correggerli in caso di rischiose alterazioni. Nelle situazioni più compromesse diventa, inoltre, importante considerare il passaggio a strategie antitumorali alternative a imatinib.

Fonte: Jaeger BA, Changes in bone metabolic parameters in children with chronic myeloid leukemia on imatinib treatment. Med Sci Monit, 2012; 18(12):CR721-728. (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23197234)


Pubblicata il 13 Dicembre 2012.


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