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Focus



Aderenza alla terapia



Gli inibitori delle tirosinchinasi (TKI) - come imatinib e, più recentemente, dasatinib - sono farmaci orali che presentano numerosi vantaggi rispetto alla chemioterapia convenzionale per il trattamento della leucemia mieloide cronica (LMC): maggiore specificità nei confronti delle cellule tumorali, minore tossicità per le cellule sane, maggiore efficacia, migliore tollerabilità, semplicità di somministrazione, possibilità di trattamento domiciliare, riduzione degli accessi ospedalieri, ecc. Ciò nonostante, l'assunzione di questi composti in un contesto complessivamente meno "controllato" (qual è quello delle terapie domiciliari per via orale rispetto ai trattamenti endovenosi ambulatoriali) può far nascere qualche difficoltà dal punto di vista dell'aderenza dei pazienti alle prescrizioni terapeutiche.

La consapevolezza di un problema emergente
Negli ultimi anni sta emergendo in maniera sempre più chiara che la percentuale di coloro che non assumono correttamente le terapie antitumorali orali è più elevata di quanto i medici e gli stessi pazienti ritengano. Gli studi condotti con imatinib hanno evidenziato che in media solo il 75% dei pazienti segue adeguatamente le prescrizioni, che il trattamento viene assunto solo per il 62% dell'intervallo di tempo esaminato, che dopo soli 4 mesi comincia a ridursi progressivamente la quota di coloro che aderiscono alla terapia (pari appena al 23% dopo 14 mesi) e che meno del 15% dei pazienti assume tutte le dosi di farmaco previste. I motivi principali di questo fenomeno sono la presenza di problemi psicologici (ad es., depressione) o di deterioramento cognitivo, l'assenza di sintomi evidenti della LMC (con conseguente scarsa percezione dello stato di malattia), l'inadeguatezza del follow-up o del piano di dimissione ospedaliera, l'insorgenza di effetti collaterali dei farmaci, la scarsa fiducia nei benefici del trattamento e/o la scarsa conoscenza della malattia da parte del paziente, la scarsa qualità del rapporto medico-paziente, la presenza di ostacoli logistici all'assistenza medica e/o all'acquisizione dei farmaci e la trascuratezza nel rispettare le visite di follow-up. Inoltre, non sono da dimenticare due aspetti di natura più inconscia, cioè la supposizione da parte del medico che il paziente assuma diligentemente la terapia in quanto affetto da una patologia grave e la sopravvalutazione da parte del paziente della propria effettiva aderenza al trattamento.
Il concorso di tutti questi fattori può produrre conseguenze realmente deleterie sulla gestione della malattia: la mancata aderenza alle prescrizioni terapeutiche, infatti, si associa a riduzione della risposta tumorale, aumento delle resistenze ai farmaci, incremento delle recidive neoplastiche e, non ultimi, aumento dei costi sanitari e contrazione delle risorse disponibili.

Strategie condivise per un risultato ottimale
Nel trattamento della LMC con TKI, il mantenimento di un'aderenza ottimale alle prescrizioni farmacologiche deve passare necessariamente per un continuo e reciproco rafforzamento della "alleanza terapeutica" tra il medico e il paziente. Le strategie per raggiungere questo obiettivo in maniera efficiente comprendono l'incoraggiamento alla comunicazione reciproca, l'approccio multidisciplinare alla malattia, il coinvolgimento del paziente nel processo decisionale, l'educazione all'importanza fondamentale dell'aderenza al trattamento, il controllo regolare e costante dell'andamento clinico della malattia e la gestione puntuale ed efficace degli effetti collaterali. Inoltre, alcuni semplici suggerimenti pratici possono essere di grande aiuto per favorire la regolarità e la continuità della terapia. Tra questi vi sono l'assunzione del farmaco in concomitanza con un gesto quotidiano abituale, l'uso di un portapillole per avere con sè le compresse qualora ci si debba allontanare da casa, l'impiego di un calendario/scadenzario per prendere nota delle dosi assunte e il garantirsi la disponibilità di un certo numero di dosi in più, specialmente quando si intende affrontare un viaggio.
È molto importante che sia i pazienti sia i medici rimangano costantemente vigili - anche verso se stessi - nell'accertarsi che i farmaci vengano assunti con le modalità e i tempi previsti dal piano terapeutico, per evitare che un comportamento trascurato o troppo "disinvolto" vanifichi del tutto o in parte l'efficacia di questi composti.

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Ultimo aggiornamento: Novembre 2009



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